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Ciao Manu LJ!
Quando e come nasce la tua passione per il canto?

Ph.: Davide Spano

La passione per il canto nasce più o meno a meno di un anno di età. Dicono che nella carrozzina mi muovevo come una pazza quando sentivo suonare la radio. Molto piccola ho provato il brivido del palco e vinto diversi concorsi. A 14 anni ho fondato la mia storica band funky/jazz e nel 2004 ho pensato bene di fare sul serio e chiudermi in studio come un topo a comporre. Chissà se ho fatto bene…

MANU LJ nel 2014. Dall’inizio della tua carriera ad oggi, quali sono state fino ad ora le piú grandi soddisfazioni in campo musicale? Ci son stati dei cambiamenti anche in merito al genere?

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La musica mi ha dato poche vere soddisfazioni ma tantissime risposte. La prima è che non si arriva mai da nessuna parte e che bisogna godersi la vita che si è scelto di fare. Sto iniziando solo adesso a divertirmi. Ho vissuto il fare musica come una ossessione fino a pochi anni fa. Le più grandi soddisfazioni? Aver capito che sono davvero brava a scrivere melodie e che colossi del calibro di Nek mi scrivano periodicamente per darmi la carica ad andare avanti. Poi quando sento qualcuno che canta le mie canzoni impazzisco ancora oggi.

Nel 2012, hai pubblicato “WHAT A LOVE”, una HIT dedicata all’ Italia, con la quale hai conquistato l’attenzione da parte di molti! Te lo saresti mai aspettato un successo simile?

Sapevo che Italia avrebbe smosso le acque. E’ un pezzo ironico. O meglio, chi ascolta distratto non capisce subito che si tratta di una presa in giro nei confronti di un paese che ci sta togliendo il futuro. Poi però guardi il video e leggi tra le righe (e soprattutto dalla coreografia volutamente goffa) la verità. Italia sta ancora adesso muovendo i suoi passi. Ho ricevuto mail da tutto il mondo di persone che ascoltando la mia canzone si sentono un po’ a casa. Questa è la terza soddisfazione.

Qual è l’artista nel panorama italiano con il quale vorresti collaborare?

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Non amo particolarmente il panorama italiano. Sicuramente mi ispirano nomi celebri del mio passato come Raf, Elisa o il grande Zucchero. Ad oggi opterei per Fedez (personaggio che mi dà sensazioni contrastanti a seconda del brano), Neffa, Planet Funk o Subsonica.

Come mai la scelta di scrivere e cantare testi non in italiano?

Non lo so. In un’altra vita probabilmente ero una inglese. Amo il suono che produce la parola in inglese, soprattutto americano. Non ti nascondo però che sto scrivendo molti brani in italiano e ho chiesto aiuto a collaboratori di eccezione come Il Nucleo o Le Strisce (questi ultimi autori di molti brani di Cesare Cremonini).

Hai mai pensato nel passato di partecipare a qualche Talent televisivo?

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E’ una vita che cerco di tenermi fuori dai talent. Non ho mai provato. Ho un altro concetto di musica. Se dovesse capitarmi di essere invitata però, accetterei senz’altro. Diciamo che allora darei la precedenza a concorsi come Sanremo. O, perché no, un X-Factor ma negli USA!

Oggi esce ‘BONDI BEACH, la tua seconda collaborazione con Besford con la partecipazione speciale di Troy Bell. Come son nate queste collaborazioni? Raccontaci!

Besford si trovava a Sydney per lavoro e un bel giorno mi ha chiamato per dirmi che un grande del basketball mondiale che allora giocava in Italia aveva accettato di entrare nel progetto. Non ti nascondo che subito ho pensato ad uno scherzo. Besford è il tipo. Invece era tutto vero. DA quel giorno per un anno intero non ho fatto altro che gestire il calendario degli impegni di questo fuoriclasse americano (super mega impegnato) per fare in modo di creare assieme il pezzo. Lui mi mandava whatsapp vocali per farmi ascoltare le melodie mentre si allenava. Un grande. Una sera l’ho trascinato in un bellissimo studio di Modena e gli ho detto che era il momento. Si è divertito come un matto. E pensare che in campo non ride nemmeno sotto tortura! Quanto a Besford, beh… non potevo trovare collega migliore.

Grazie Manu LJ per la chiacchierata!

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